La storia de Lou Dalfin inizia in un pomeriggio del 1976, quando nel cortile di una casa della valle Varaita l’anima rock di Sergio Berardo posa lo sguardo su alcuni strumenti musicali tradizionali. Lì il diciassettenne tifoso del Torino residente a Caraglio intraprende un percorso di iniziazione che quattro anni dopo vedrà nascere Lou Dalfin, un gruppo inizialmente folk ma destinato a diventare ben altro: una band di primo piano della scena  indipendente internazionale, destinata a vincere la Targa Tenco, a conquistare grandi festival e centri sociali di sentimento metropolitano; e al tempo la formazione di maggior fama della musica e della cultura occitane in Europa.

 

È la magia della musica ribelle, dei suoni che non si arrendono alla logica di genere, alla dicotomia tra tradizione e innovazione. È il segreto del ballo / canzone, un genere nuovo, in cui chiunque può scegliere se seguire semplicemente il ritmo della giga, del rigodon, della farandola, della scottish e delle altre danze tradizionali, da ballare in modo liturgico o alla meglio, oppure farsi sedurre dalle storie scure e di festa, dalla poetica ormai universalmente riconosciuta di Berardo. Tutto al suono di chitarre elettriche e cornamuse, ghironda, flauti, violino e batteria. Con due capitani di lungo corso, Dino Tron e Riccardo Serra, alla guida di formazioni di volta in volta adatte al sound del gruppo.

 

Con oltre 1.300 concerti e 11 album, Lou Dalfin hanno conquistato i festival e le piazze rock e folk di tutta Europa e i principali club italiani. Sulle rotte del contrabbando di musica occitana si respira l’atmosfera degli spartani studi di registrazione, delle risse epiche ai concerti, della gioventù delle valli che balla la giga e si rotola in terra ascoltando i Ramones.

 

La prefazione del celebre scrittore, giornalista e ricercatore Alessandro Perissinotto introduce una biografia romanzata, in cui la musica diventa il veicolo di un messaggio di resistenza. Tra messaggi di pace e risse sanguigne, polemiche e approfondimenti culturali. Una storia che appassionerà non solo la galassia occitana, una nazione di 13 milioni di persone che non si è mai fatta stato e ha per inno una canzone d’amore, ma tutti coloro che seguono con interesse il circuito alternativo.

 

Il libro è tutto accompagnato dal primo cd antologico nella storia de Lou Dalfin e da una ricca sezione iconografica. Lou Dalfin, tenete a mente, non “i Lou Dalfin”: proprio come The Clash, e non “i The Clash”. Lo spirito, del resto, non è così differente.


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